Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria
Capolavoro di Francesco Brizio (Bologna, 1574 - 1623)
Scuola carraccesca della fine del Cinquecento
Capolavoro di Francesco Brizio (Bologna, 1574 - Bologna 1623) attribuito
Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria
Olio su tela
cm. 124 x 97
In pregevole cornice antica cm.158 x 132
L’opera è corredata da studio critico redatto dal prof. Emilio Negro (Bologna)
L’opera è corredata da studio critico redatto dal prof. Emilio Negro (Bologna)
Caterina, erudita principessa d’Alessandria vissuta nel III secolo, è qui raffigurata nell’episodio più conosciuto che la riguarda, ovvero il suo “Sposalizio Mistico”, simboleggiato dall’anello nuziale che Cristo Bambino si accinge a porre nella sua mano. Si tratta di un'iconografia che nasce nel XV secolo e in molti casi preferita rispetto al più cruento martirio della Santa con la ruota, e che servì a lungo per tradurre visivamente in una delicata allegoria l'unione spirituale del fedele con Dio.
Lo status di sposa di Gesù è testimoniato dall'abito sontuoso e dalla magnificenza dei gioielli indossati, tra cui una corona che raccoglie l’acconciatura, emblema della sua dignità regale, una collana che le cinge il collo ed una preziosa spilla posta sullo scollo dell'abito.
Assistono alla scena due sontuosi angeli alati che allietano la scena con i loro strumenti, un liuto ed un violoncello, mentre un piccolo cherubino curioso osserva in volo dall’alto, sostenendo un drappo di chiara ascendenza veronesiana.
Riguardo ai canoni stilistici di questa bella composizione, è indispensabile rilevare che siamo davanti ad un'opera eseguita tra la seconda metà del XVI secolo e i primi del XVII, nella quale si evidenziano radicati rapporti con gli esempi pittorici dei Carracci; i colori caldi, la gamma cromatica risulta morbida, le pennellate sicure e dettagliate, sono elementi che uniti alle reminiscenze della cultura bolognese, ci inducono a collocare questo pregevole dipinto, sia per quanto concerne la composizione che i caratteri che delineano le figure, nella fiorente produzione della prestigiosa bottega dei Carracci.
In particolare - secondo il giudizio del professor Negro - è possibile iscriverne la paternità all’alveo della produzione di Francesco Brizio (Bologna 1574-1623). Dopo un apprendistato al fianco di Bartolomeo Passerotti, Brizio si legherà infatti con i Carracci e in particolare con il classicismo di Ludovico, del quale si garantirà la piena fiducia, ereditandone la gestione della bottega durante i numerosi viaggi romani.
In particolare - secondo il giudizio del professor Negro - è possibile iscriverne la paternità all’alveo della produzione di Francesco Brizio (Bologna 1574-1623). Dopo un apprendistato al fianco di Bartolomeo Passerotti, Brizio si legherà infatti con i Carracci e in particolare con il classicismo di Ludovico, del quale si garantirà la piena fiducia, ereditandone la gestione della bottega durante i numerosi viaggi romani.
Riguardo al nostro dipinto, sono diverse le analogie con le rassomiglianti composizioni del Brizio, giacché nell'interessante dipinto in oggetto risaltano cadenze neomanieriste, palesi ossequi al luminismo veneziano e caratterizzazioni fisionomiche derivate dalle prime opere dei maestri felsinei Lucio Massari e Guido Reni, evidenti nei lineamenti dei personaggi sacri.
Si ricordi che la medesima composizione, derivante da un perduto dipinto del Veronese (imm.1), venne riprodotta da Agostino Carracci durante un soggiorno a Venezia e poi replicata dalla sua bottega in diverse varianti.
Imm.1: Matrimonio mistico di santa Caterina, Carracci Agostino
Per avere conferma dell'attribuzione avanzata basterà confrontare il dipinto in esame con altre opere del Brizio, ad esempio le tele con la Sacra famiglia e i Santi Anna e Giovannino (Bedonia, Seminario Vescovile), la Madonna col Bambino, San Francesco e una Santa martire (New York, Sotheby's, 26 gennaio 2006, n.43) o l’Idolatria di Salomone (Firenze, Semenzato Finarte 11 giugno 2003, n.173). Tutte le pitture menzionate manifestano palesi e non casuali analogie stilistiche con la nostra pala, in cui si evidenzia un dipingere attento, intinto di un'algida forma mentis e con una precisa volontà di recupero della cultura figurativa bolognese manierista e carraccesca: qualità tipiche delle opere migliori eseguite da Francesco Brizio.
La tela si trova in ottimo stato di conservazione. Completa di cornice antica.
INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:
L’opera viene venduta corredata di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.
Ci occupiamo ed organizziamo il trasporto delle opere acquistate, sia per l'Italia che per l'estero, attraverso vettori professionali ed assicurati.
È anche possibile vedere il dipinto nella galleria di Riva del Garda, saremo lieti di accogliervi per mostrarvi la nostra raccolta di opere.
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