Castelbarco

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San Martino di Tours divide il suo mantello

Anthoon van Dyck (Anversa 1599 - Londra 1641) seguace

Seguace di Anthoon van Dyck

(Anversa 1599 - Londra 1641)


Grande tela raffigurante ‘San Martino di Tours divide il suo mantello’

(La misericordia di san Martino)


Olio su tela, 123 x 109 cm.

con cornice 134 x 120 cm.

D22-023 Venduto richiedi informazioni


Condividiamo un'opera di grande pregio, capace di entusiasmare qualunque conoscitore o collezionista di opere del Secolo d’Oro fiammingo: parliamo di un dipinto ad olio su tela, che ripropone il celebre ‘San Martino divide il mantello’ realizzata da Anthoon van Dyck (Anversa 1599 - Londra 1641) tra il 1618 e il 1621; acquistato dal Cancelliere del Ducato del Brabante, il barone Ferdinand van Boisschot, per l’altare maggiore della chiesa di Zaventem, in Belgio (https://rkd.nl/nl/explore/images/37030), divenne uno dei dipinti di Van Dyck più apprezzati nelle Fiandre. (imm.1)

La scena, che raffigura San Martino di Tours (c.316-c.397), uno dei santi più venerati in Occidente, nonché patrono di Francia, esplica i modi tipici del grande artista fiammingo: Martino è rappresentato prima della sua conversione cristiana, ancora soldato romano, con la prestigiosa armatura, coperto da un mantello rosso dall'ampio panneggio e l’elmo piumato, a cavallo del suo destriero.

Il soggetto mostra l’episodio più rappresentativo della sua vita e che lo spingerà a lasciare l’esercito per convertirsi al Cristianesimo. Secondo la leggenda Martino, vedendo un mendicante seminudo e sofferente per il freddo, taglia il tuo mantello in due porgendogli una metà, con un gesto di grande misericordia che fece schiarire il cielo e mitigare la temperatura. La notte stessa, Martino ebbe la visione di Gesù che nel fargli visita gli riportò il pezzo mancante del mantello; al risveglio poi trovò il mantello nuovamente intatto.

Il successo dell’opera ne favorì una cospicua diffusione, tant’è che si conoscono ad oggi numerosi dipinti realizzati da artisti della cerchia/bottega del Van Dyck oppure attivi in un momento immediatamente successivo alla creazione della pala d’altare, per accontentare qualche committente che desiderava detenerne un propria versione.

Una seconda variante, del 1620 circa, più complessa e più simile a quella proposta, arricchita da un maggiore numero di personaggi, è quella della Collezione Reale inglese, custodita ora al Castello di Windsor nel King's Drawing Room (https://www.rct.uk/collection/405878/st-martin-dividing-his-cloak-0). Questo risale al 1620 circa e probabilmente fu lasciato nello studio di Rubens dopo la partenza di van Dyck quell'anno - ne esistono diverse copie, indicando che era ancora ad Anversa e disponibile per la copia di altri artisti.

Allievo ed assistente tra i più dotato di Rubens, si presuppone che Van Dick realizzò entrambe le versioni, quella di Zaventem e quella della Royal Collection, quando ancora lavorava nello studio del suo maestro ad Anversa, e che prima di essere consegnate ai relativi committenti vi rimasero anche dopo che Van Dyck se ne andò nel 1620.

E’ nostro parere che il dipinto qui presentato, finemente eseguito con la sua composizione efficace e l'iconografia insolita, sia opera di un autore fiammingo, attivo intorno alla fine del Seicento/inizio del Settecento che rielaborò con grande maestria il capolavoro di Van Dyck;


imm.1 Anthoon van Dyck (1599 - 1641) - Chiesa di San Martino, Zaventem (Belgio)


Il dipinto si presenta in buono stato di conservazione, con una bella cornice in legno dorata.

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