San Girolamo
Bottega di Alessandro Bonvicino, detto il Moretto (Brescia, 1498 c. – 1554)
Scuola lombarda del Cinquecento
Bottega di Alessandro Bonvicino, detto il Moretto (Brescia, 1498 circa – 1554)
San Girolamo
Olio su tela
85 x 68
In cornice 100 x 82 cm.
Pregevole ritratto di San Girolamo, dottore della Chiesa vissuto tra IV e V secolo, qui immortalato secondo la tipica iconografia che lo vede nella doppia veste di eremita penitente nel deserto e di umanista intento nella lettura, in un paesaggio deserto e selvaggio.
Questa poliedrica figura di San Girolamo ebbe grande fortuna in ambito lombardo fra Quattro e Cinquecento, esempio supremo dell’armonia fra il sapere di età classica e la virtù cristiana. Divenne perciò un soggetto caro ad un pubblico raffinato e colto, non di rado illustrato in opere di dimensioni ridotte destinate alla devozione privata.
Lo vediamo con sguardo intenso e pensoso, rivolto al crocefisso, suo canonico attributo iconografico e simbolo della sua penitenza nel deserto, mentre si percuote il petto con una pietra.
Accanto a lui, il leone, simbolo delle passioni domate ma anche della sua forza spirituale, ed il teschio, ‘memento mori’ (ricordati che devi morire) e allusivo al tempo che passa, sottolineando la transitorietà della vita terrena. Appeso poi il Cappello Cardinalizio, a ricordare il suo ruolo di Dottore della Chiesa e traduttore della Bibbia.
Si tratta di un’opera di eccellente qualità per chiarezza illustrativa, raffinatezza pittorica e sensibilità cromatica, suggerendo un'esecuzione di area lombarda intorno alla fine del Cinquecento, e precisamente debitore dei modelli ideati da Alessandro Bonvicino, detto il Moretto (Brescia, 1498 circa – 1554), uno degli artisti di primo piano del primo Rinascimento bresciano.
Dipinti devozionali come questo costituivano una delle produzioni più rilevanti del Bonvicino, ed il fatto che non si riscontrano immagini strettamente analoghe, suggeriscono che la tela sia da inserire nel catalogo quanto mai complesso delle opere eseguite dalla bottega, presumibilmente sotto la supervisione del maestro stesso. Nell’opera si avverte fortemente l’influenza veneta: sia la maniera pittorica, sia il colorito in cui domina il verde accesso del drappeggio che avvolge il Santo, sono elementi che richiamano i lavori di Tiziano.
Alle spalle di san Girolamo si vede un ampio paesaggio collinare su cui compare un cielo sereno dove appaiono poche nuvole, contraddistinto da un vivido azzurro, caratteristico dell'artista bresciano.
La figura di San Girolamo ritorna frequentemente nei dipinti del pittore con molteplici modalità illustrative: in particolare, l’intonazione cromatica, di lume e tonale dell'immagine ricorda il San Gerolamo in meditazione della collezione del Liechtenstein Museum (inv GE 313, olio su tavola, 39 × 31 cm., URL: https://www.liechtensteincollections.at/sammlungen-online/der-heilige-hieronymus4, imm.1)
Altre opere del suo catalogo con questo soggetto, il San Gerolamo della collezione Borromeo all'Isola Bella databile tra il 1540 e il 1545 (imm.2 - https://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/C0050-00086/), oppure nella Madonna con Bambino e San Girolamo di Collezione Privata (imm.3 - https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Madonna_con_bambino_e_san_Girolamo.jpg).
La figura, il viso e l'attitudine evocano il San Marco Evangelista del Duomo Vecchio a Brescia (imm.4 - https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0300044732).
INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:
Il dipinto viene venduto corredato di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.
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