San Giacomo sconfigge i Mori
Antonio Tempesta (Firenze 1555 - Roma 1630) Cerchia
Antonio Tempesta
(Firenze 1555 - Roma 1630)
Cerchia
San Giacomo che sconfigge in battaglia i Mori
Olio su tela
cm. 112 x 102 cm.
In cornice 125 x 114 cm.
Olio su tela
cm. 112 x 102 cm.
In cornice 125 x 114 cm.
Un valoroso cavaliere con la spada sguainata, fiero nella sua sontuosa armatura profilata da ornamenti dorati, intento a governare un maestoso cavallo bianco è posto al centro del dipinto: si tratta di una suggestiva immagine di San Giacomo in battaglia che sconfigge i Mori in fuga.
Questo soggetto celebra l’aspetto più tumultuoso del carattere di san Giacomo, che valse a lui e al fratello Giovanni il soprannome di Boanerghes, cioè “Figli del tuono”, nel Vangelo di Marco (3, 17): secondo una tradizione, intorno alla metà del IX secolo, nel pieno delle lotte per la Reconquista delle terre spagnole occupate dai Mori, mentre gli eserciti nemici si scontravano nella località di Clavijo, san Giacomo apparve in difesa delle truppe cristiane spaventate dall’animosità degli avversari, e orientando quindi le sorti della guerra.
Si tratta di un’iconografia poco diffusa del Santo, che lo investe dello status di cavaliere impetuoso e inarrestabile contro gli infedeli, tanto da procurargli nella fantasia popolare spagnola il soprannome di Matamoros, cioè Ammazzamori.
Fu pertanto un tema ricorrente nell’iconografia in ambito ispanico, ma si diffuse anche nell’arte italiana, come allegoria della Vittoria delle fede.
Sebbene si tratta di un soggetto religioso, non si esclude che fosse destinata alla devozione privata, anziché a un luogo di culto: il dipinto presenta infatti un carattere prettamente "profano" più che devozionale.
Si tratta di un’opera - di cui è disponibile il pendant (link) da condurre alla bottega di Antonio Tempesta (Firenze 1555 - Roma 1630), artista di primo piano e di fondamentale importanza per lo sviluppo seicentesco del genere pittorico della ‘battaglia’.
Il suo stile, che si colloca nel periodo del tardo Rinascimento o del primo Barocco, è caratterizzato da elementi come il dinamismo della composizione, l'uso drammatico della luce e dell'ombra (chiaroscuro), e l'espressività delle figure, tutti visibili in quest'opera.
Plasmò la sua arte nella cultura del tardo manierismo fine-cinquecentesco, acquisito dalla sua prima formazione a Firenze nella bottega del fiammingo Giovanni Stradano, con il quale collaborò nell'impresa decorativa di Palazzo Vecchio.
Attivo soprattutto a Roma dal 1572, lavorò per Papa Gregorio XIII nelle decorazioni nelle Logge Vaticane, e per molte tra le più nobili ed influenti famiglie, come i Farnese, Borghese, Giustiniani e Rospigliosi-Pallavicini, richiesto soprattutto come autore di scene di battaglie storiche e bibliche.
Proprio a partire dal 1613 realizzò infatti, per il granduca Cosimo II, una serie di incisioni delle “battaglie bibliche” ispirate dalla “Gerusalemme liberata” del Tasso, soggetti che gli permisero di riscuotere un grande successo in casa Medici e nella Corte fiorentina, e che gli servirono come fonte ispirazione per la sua produzione pittorica successiva.
INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:
L’opera è completata da una piacevole cornice in legno dorata e viene venduta corredata di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.
Ci occupiamo ed organizziamo il trasporto delle opere acquistate, sia per l'Italia che per l'estero, attraverso vettori professionali ed assicurati. Qualora abbiate il desiderio di vedere questa od altre opere di persona, saremo lieti di accogliervi nella nostra nuova galleria di Riva del Garda, in Viale Giuseppe Canella 18. Vi aspettiamo!
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