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Ritratto equestre di Carlo Emanuele I, Duca di Savoia (Rivoli 1562 - Savigliano 1630)

Jan Kraeck (Haarlem 1540 circa – Torino 1607) Bottega di

Jan Kraeck, in Italia Giovanni Caracca
(Haarlem 1540 circa – Torino 1607)
Bottega di

Ritratto equestre di Carlo Emanuele I, Duca di Savoia (Rivoli 1562 - Savigliano 1630) detto ‘il Grande’

Olio su tela
cm. 148 × 122 - Con cornice cm. 165 x 139

L'opera è inoltre corredata da una perizia redatta dalla dottoressa Arabella Cifani, che lo riconduce ad un allievo del maestro, Giulio Maino (1570-dopo il 1643)
D23-050 € 14.000 richiedi informazioni

L’effigiato di questo affascinante ritratto equestre è Carlo Emanuele I, Duca di Savoia (Rivoli 1562 - Savigliano 1630), immortalato in età adulta, fiero sul dorso del suo cavallo bianco, nella sua sontuoso armatura da cerimoniale profilata da sottili ornamenti dorati. Porta capelli corti, barba e baffi appuntiti, con una gorgiera di pizzo che gli cinge il collo.

Soprannominato dai sudditi 'Testa di Fuoco', per le manifeste attitudini militari e per il carattere impetuoso, fu uno dei principi più abili e colti della storia di Casa Savoia; la sua nascita fu annunciata alla famiglia da Nostradamus, nel 1561, che aggiunse sarebbe diventato «il più grande condottiero del suo tempo».

Sposò la figlia di Filippo II di Spagna, Caterina Michela, confermando il tradizionale legame della sua casata con gli Asburgo di Spagna.

Ambizioso e sicuro di sé, grazie all'ottimo stato del Ducato ereditato dal padre, cercò di espandere territorialmente il proprio potere: lasciò al Ducato di Savoia un’organizzazione amministrativa, diplomatica e militare di un’efficienza e di una solidità mai conosciute in passato, realizzate con l’apporto dei funzionari piemontesi di cui si circondò. Torino fu arricchita di chiese, palazzi e monumenti e la corte sabauda divenne il massimo centro culturale italiano grazie a intellettuali provenienti da tutta la penisola.

Il nostro bel ritratto spicca per la posa del valoroso nobile cavaliere che siede saldo sul dorso del suo destriero e impugna il bastone del comando.

L’armatura, nella sua sfarzosità e ricchezza, richiama quelle invalse nella corte spagnola e presso gli Asburgo, come dimostrano i ritratti di artisti attivi per i Re spagnoli tra Cinquecento e Seicento: si ricordino ad esempio i celebri Carlo V a cavallo di Tiziano (1548, Museo del Prado), il Ritratto equestre di Carlo V d'Asburgo (1620 ca, Uffizi, Firenze) e il Ritratto di Carlo I d'Inghilterra (1640, Museo del Prado), entrambi questi ultimi di Van Dyck, con una tipologia di ritratto che glorificava e risaltava la forza e la magnificenza del regnante immortalato.

L’opera è certamente realizzata da un autore/collaboratore della bottega del pittore fiammingo Jan Kraeck (Haarlem 1540 – Torino 1607), conosciuto con il nome italianizzato di Giovanni Caracca, attivo principalmente come pittore presso la corte sabauda, lavorando sia al servizio di Emanuele Filiberto I che per il figlio Carlo Emanuele I di Savoia tra il 1568 e il 1607, ed impegnato nei cantieri di maggiore rilievo promossi dalla dinastia.

Durante la sua permanenza alla corte sabauda Caracca realizzò numerosi ritratti, ed in particolare è doveroso menzionare la serie dedicata alla raffigurazione dell’intera genealogia dei conti e poi duchi di Savoia, commissionati all'inizio del Seicento da Carlo Emanuele I per la sua Grande Galleria (che univa il Castello e Palazzo Ducale), che vennero però distrutti dall'incendio del 1659.

Il ritratto equestre di Carlo Emanuele I, in particolare, fu infatti replicato da Caracca e dalla sua bottega in più occasioni, uno dei quali proprio per la Grande Galleria, per la quale dipinse anche l'immagine del padre Emanuele Filiberto I; tale serie di tele, con ritratti rigorosamente a cavallo, come aveva disegnato lo stesso caracca, avrebbe dovuto inizialmente figurare al di sopra degli armadi guardaroba, con gli effigiati che spiccavano maestosi dall'alto del grande corridoio.

La produzione ritrattistica del nostro pittore fu fortemente influenzata dall'incontro con gli artisti attivi presso la corte spagnola, nel 1585, in occasione delle nozze tra Carlo Emanuele I e l’Enfanta di Spagna Caterina Michela, figlia di Filippo II. L'incontro con i ritrattisti alla corte di Spagna orientò la sua produzione, inizialmente basata soltanto sul modello della ritrattistica francese della fine del XVI secolo, verso i canoni del 'Ritratto di corte internazionale' con un occhio di riguardo alla pittura di Alonso Sanchez Coello ed Antonio Moro.

INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:

Il dipinto viene venduto completo di una piacevole cornice antica dorata ed è corredato di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.

Ci occupiamo ed organizziamo il trasporto delle opere acquistate, sia per l'Italia che per l'estero, attraverso vettori professionali ed assicurati.

Qualora abbiate il desiderio di vedere questa od altre opere di persona, saremo lieti di accogliervi nella nostra nuova galleria di Riva del Garda, in Viale Giuseppe Canella 18. Vi aspettiamo!

Contattateci per qualsiasi informazione o per organizzare un a visita, saremo lieti di rispondervi.

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