Pittore veneto del XVII/XVIII secolo
Venere e Amore
Pittore veneto del XVII/XVIII secolo
Venere e Amore
Olio su tela
57 x 49 cm.
In cornice 71 x 61 cm.
Il dipinto cattura l'attenzione con la sua rappresentazione intima e sensuale, con al centro una seducente Venere seminuda, dalle forme morbide e sinuose, adagiata sul letto dalle bianche lenzuola drappeggiate, in un'espressione di pacata malizia sul volto. Al suo fianco, Amore protende le mani verso di lei, in un gesto che suggerisce complicità e affetto, volendo nel contempo riprendersi la sua freccia, simbolo iconico dell'amore.
La luce, che sembra provenire dall'alto, accarezza le figure, esaltando la rotondità dei corpi e creando un gioco di luci e ombre che conferisce profondità e realismo alla scena, con lo sfondo scuro che fa risaltare le figure in primo piano, concentrando l'attenzione sull'intimità del momento.
Il dipinto invita lo spettatore a contemplare la bellezza della Venere, che incarna il prototipo bellezza prorompente tanto apprezzato al tempo, e che, come divinità dell'amore e dell'eros, incarna l'attrazione, il desiderio e la passione. Il "legame sensuale" tra Venere e Cupido rappresenta pertanto il contrasto tra l'amore terreno e l'amore più elevato e spirituale, che può però diventare terreno e sensuale tramite le frecce dell'amore.
Il dipinto invita lo spettatore a contemplare la bellezza della Venere, che incarna il prototipo bellezza prorompente tanto apprezzato al tempo, e che, come divinità dell'amore e dell'eros, incarna l'attrazione, il desiderio e la passione. Il "legame sensuale" tra Venere e Cupido rappresenta pertanto il contrasto tra l'amore terreno e l'amore più elevato e spirituale, che può però diventare terreno e sensuale tramite le frecce dell'amore.
L’analisi del dipinto ci permette di collocarne l’ambito esecutivo nella scuola nord italiana, eseguito da un autore di area veneziana attivo tra Sei e Settecento.
Il soggetto richiama quelli prediletti del caposcuola Pietro Liberi, interessato a temi profani come questo, nei quali le finalità evidentemente erotiche di si univano spesso a racconti del mito. All’arguta malizia dello sguardo della sensualissima Venere, effigiata di profilo, corrisponde l’espressione complice di Cupido, da lei disarmato.
La tela colpisce per eleganza formale e preziosità cromatica cromatica pre-rococò, tuttavia alcune valenze disegnative e di stesura ricordano lo stile di Federico Cervelli (Milano, 1625 - 1700), non senza trascurare l'eredità che Luca Giordano lasciò alla città lagunare.
INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:
L'opera viene venduta completa di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.
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