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Onofrio Palumbo (Napoli 1606 – Napoli 1656)

L'Arcangelo Raffaele con Tobiolo (L'Angelo Custode)

Onofrio Palumbo (Napoli 1606 – Napoli 1656)
Pala d’altare raffigurante l’Angelo custode (Arcangelo Raffaele e Tobiolo)

Ambito storico: Scuola napoletana della prima metà del Seicento
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni: 113 x 77 cm., in cornice antica 123 x 87 cm.

Provenienza: Collezione privata, Firenze


D22-068 Venduto richiedi informazioni

Proponiamo con piacere questo pregevole dipinto, raffigurante l’Arcangelo Raffaele che protegge con le sue grandi ali il giovane Tobiolo, un gioiello del Seicento dall’inconfondibile barocco napoletano.

Grazie all’esame accurato dei relativi dettagli e caratteri stilistici, tra cui la potenza dei contrasti chiaroscurali e la caratura emotiva dei personaggi nonché la vigorosa resa delle stoffe delle vesti, è stato agevole attribuirne l’esecuzione ad Onofrio Palumbo, allievo e poi a lungo collaboratore della somma pittrice Artemisia Gentileschi, durante il soggiorno di quest'ultima a Napoli a partire dal 1630.

Si tratta di un artista interessante, aderente all’arte di Massimo Stanzione e più in generale alla corrente del caravaggismo, che negli ultimi decenni ha ricevuto sia dalla critica che a livello collezionistico più di un riconoscimento, grazia al contributo di autorevoli storici che ne hanno approfondito l’operato.

Dopo una primissima formazione avvenuta presso la bottega di Battistello Caracciolo, il pittore aderì in seguito alle novità introdotte da Artemisia Gentileschi e fu influenzato dalla pittura di Massimo Stanzione, come testimonia la sua opera più importante.

L’opera, di grande carattere ed eccellente qualità, ha per soggetto l’Arcangelo Raffaele mentre protegge ed indica la retta via al fanciullo Tobiolo: il senso di tale iconografia ha assunto nel tempo un significato più esteso, finendo così per diventare l'emblema dell’anima umana protetta dal proprio angelo custode.

La tela, che era certamente incastonata in un altare di una cappella privata, si distingue per un linguaggio barocco particolarmente potente, solenne e spettacolare.

L'angelo abbraccia ed avvicina a se in segno protettivo il fanciullo, mentre con l’altra gli mostra il cielo, fatto di nuvole cariche di intensi bagliori, di giochi di luce, in pieno stile barocco: a questo cielo, che emana un forte senso drammatico, fanno da contraltare la bellezza dell’angelo, il suo incarnato latteo, comunque contraddistinto da un vivo dinamismo che conferisce ancora più movimento al dipinto e la tenerezza del bambino che lo guarda intensamente.

L’iconografia della tela trova corrispondenze, sia di prototipo che di qualità pittorica, con l’Angelo Custode in collezione Onofri a Roma (vedi foto dei dettagli) che, dapprima collocato giustamente nell’ambiente artistico ruotante attorno ad Artemisia Gentileschi, negli anni durante i quali era impegnata alle tele della Cattedrale del Duomo di Pozzuoli, venne successivamente assegnata ad Onofrio Palumbo, collaboratore della stessa pittrice.

Le condizioni di conservazione dell’opera appaiono eccellenti, impreziosita da una cornice antica, anch’essa in buone condizioni.


Ci occupiamo ed organizziamo il trasporto delle opere acquistate, sia per l'Italia che per l'estero, attraverso vettori professionali ed assicurati.

È anche possibile vedere il dipinto nella galleria di Riva del Garda, saremo lieti di accogliervi per mostrarvi la nostra raccolta di opere.

Contattateci, senza impegno, per qualsiasi informazione aggiuntiva.

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