Scipione Pulzone, detto Il Gaetano (Gaeta, 1544 - Rome, 1598) bottega di

Olio su tela

131 x 99 cm.

In cornice 142 x 110 cm.

Protagonista della nostra tela è una seducente Maria Maddalena, raffigurata in lacrime con lo sguardo colmo di emozione, rimasta sola a contemplare il sepolcro di Cristo, nel giorno successivo alla sua crocifissione, dove vedendolo vuoto pronuncerà le parole iscritte sulla pietra ‘Tulerunt Dominum meum’, ovvero "Hanno portato via il mio Signore".

In piena sintonia con il linguaggio della Controriforma, Maria Maddalena è ritratta con i lunghi capelli che scendono sul corpo, la fronte corrugata e gli occhi piangenti per il pentimento, e le mani giunte in preghiera in modo devoto, in modo da esprimere con efficacia la narrazione del tema.

La finalità  iconografica mira ad un coinvolgimento sentimentale dello spettatore, attratto dal tono di diffusa sensualità e dall’avvenenza della donna, abbigliata con vesti dalle stoffe preziose.

Dall’analisi dell’opera, di eccellente livello qualitativo e databile nel pieno Seicento, siamo propensi a circoscriverne la paternità ad un autore, attivo presumibilmente a Roma, della bottega del pittore Scipione Pulzone, uno dei massimi esponenti del tardo manierismo nonché uno dei più originali interpreti dell'età della Controriforma.

La cura per la resa assai raffinata dell’abito, davvero straordinario nella definizione minuziosa del broccato d’argento, arricchito dai ricami dorati dei decori fitomorfi, la lumeggiatura dei capelli, resi da velature di straordinaria trasparenza, il gusto descrittivo del vaso d’unguento, che sembra la copia dal vero di un oggetto di alta produzione orafa del tempo, oltre alla bellezza, seppur sofferente, della Santa, fanno della tela un episodio importante legato alla produzione dell’artista, ancora imbevuto di gusto manierista fiorentina, teso ad una pittura preziosa in ogni dettaglio.

Il dipinto trova interessanti riscontri con la tela di analogo soggetto realizzato da Pulzone per la Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma (imm. 1 http://catalogo.fondazionezeri.unibo.it/ricerca.v2.jsp?locale=it&decorator=layout_resp&apply....

E poi nota una seconda redazione, oggi conservata nelle collezioni della Fondazione Cariplo (imm. 2), e riferita al Pulzone dallo storico Federico Zeri, uno dei massimi conoscitori del pittore, che gli dedicò il saggio Pittura e Controriforma - L'"arte senza tempo" di Scipione da Gaeta.

La nostra versione presenta le medesime accuratezze di stile e stesura, avvalorate dalla bella conservazione della superficie pittorica.

E’ doveroso far notare che la nostra opera, per qualità pittorica, non rientra in quella serie di mere copie eseguite in maniera spesso spartana e prive di finezza, ma è bensì il frutto di una bottega di alto livello. L’opera incarna a pieno titolo i dettami stilistici della pittura del Pulzone, come i volti dai tratti marcati segnati dal sapiente chiaroscuro, con occhi espressivi, segnati da sottili linee per delineare le sopracciglia e il contorno delle labbra, che evocano una notevole capacità dell’autore anche sotto l’aspetto della ritrattistica.

"Maria Maddalena" - Scipione Pulzone - 1573, olio su tela, dimensioni 110 x 92 cm. "Fondazione Cariplo", Milano

Fonte: Le collezioni d'arte dal classico al neoclassico Condividi, Fondazione Cariplo, Milano 1998 (La Maddalene al Sepolcro, pp. 181-183).