Castelbarco

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'Giudizio Universale' da Michelangelo Buonarroti

Scuola romana, fine XVI - inizi XVII secolo

Il Giudizio Universale
da Michelangelo Buonarroti (Caprese 1475 – Roma 1564)

Pittore romano, fine ‘500- primi ‘600
(Bottega di Marcello Venusti ?)


Olio su tela

158 x 111 cm.
In magnifica cornice antica 180 x 135 cm. (Recante in alto stemmi araldici gentilizi della famiglia di provenienza)


Eccellenti condizioni

D23-068 Venduto richiedi informazioni


Si tratta di una straordinaria opera eseguita nei primi del Seicento che riprende il celeberrimo Giudizio Universale affrescato da Michelangelo Buonarroti tra il 1535 ed il 1541, commissionatogli da Papa Clemente VII per decorare la parete dietro l’altare della Cappella Sistina ed a oggi considerato un capolavoro assoluto dell’arte occidentale.

Il Giudizio Universale del Buonarroti è un’opera magnifica, capace di suscitare emozioni fortissime sin dal primo sguardo, con il suo turbinio di oltre 400 figure che ruotano attorno al Cristo giudicante al centro, rappresentato seminudo come un eroe classico, con al suo fianco la Vergine.

Vediamo rappresentato il momento in cui gli angeli suonano le trombe per lo scatenarsi dell’Apocalisse, con Cristo che resuscita i morti e chiama a sè in Paradiso i beati ed ordina agli angeli di scaraventare i dannati nell’inferno.

Agli apici della composizione gli angeli conducono gli strumenti della passione, la croce, la corona di spine e la colonna della flagellazione, mentre intorno alla figura di Cristo sono disposti a corona alcuni personaggi dell’Antico Testamento, come apostoli, profeti, eroine, sibille e patriarchi ed compaiono anche santi, martiri e vergini. Nella fascia sottostante, sotto gli angeli con le trombe che reggono le sacre scritture, a sinistra è rappresentata la resurrezione dei morti, alcuni dei quali salgono tra i beati, altri vengono invece cacciati nelle spire dell’Inferno, accolti sulla barca da Caronte ed afferrati dai diavoli.

La particolarità della nostra opera è la sua valenza come di documento storico, mostrando l’affresco michelangiolesco per intero, prima della censura imposta dal Concilio di Trento del 1564, che portò la copertura delle le scene di nudo, considerate indecenti e allusive al Paganesimo.

Del Giudizio Universale di Michelangelo sono state fatte diverse riproduzioni, sia in tempi antichi che moderni, chi ha voluto riprodurre fedelmente su scala ridotta l’intera opera e chi si è limitato a studiarne particolari riproducendoli più o meno fedelmente. Fra le copie d’autore più importanti spicca la tavola di Marcello Venusti (Como 1515 ca. - Roma 1579), una copia originale che il cardinale Alessandro Farnese commissionò, nel 1549, all’artista, in modo da poter custodire una rappresentazione dell’opera originale del Buonarroti, ed oggi al Museo di Capodimonte a Napoli (Fig.1 - Link: https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1500625201).

Spostando ora lo sguardo alla nostra composizione, la scena michelangiolesca è qui restituita magistralmente grazie alla mano di un talentoso pittore, presumibilmente attivo Roma a cavallo tra XVI e XVII secolo, e pertanto di pochi anni successiva all’esecuzione del Giudizio del maestro, e che ben potrebbe identificarsi in un pittore della fervida bottega del Venusti.

A Roma Venusti aveva infatti trovato una rete di amicizie e committenze che lo portò al successo, divenendo uno dei protagonisti di quel fenomeno storico e artistico che vide la diffusione in formati ridotti delle invenzioni messe a punto da Michelangelo che, attraverso un rapporto di collaborazione con il grande scultore, gli permise di accedere a molti dei ‘cartonetti’ realizzati da Michelangelo.

I caratteri pittorici, di grande forza espressiva, sono accompagnati da una gamma cromatica ricca e viva che si è ben conservata nel tempo, permettendoci di ammirare l'opera in ogni suo dettaglio.

Queste repliche non furono realizzate solamente da Venusti e dalla sua bottega, ma le invenzioni di Michelangelo furono replicate da molti altri artisti; variate, amalgamate, ridotte e ingrandite per rispondere alle esigenze di gusto diffuse nella Roma di metà Cinquecento.

Tra le altre opere tratte dal grande capolavoro, possiamo menzionare:

  • Antonio Campi e bottega (Grazio Cossali ?), Giudizio Universale, seconda metà XVI sec., olio su tela, cm. 168x138,5. Collezione Creval, Sondrio Fig.2
  • Ambito di Giulio Clovio, Giudizio universale, 1570 circa, tempera su pergamena, Firenze, Casa Buonarroti Fig.3
  • Giovanni Battista Moroni (completato nel 1580 da Giovan Francesco Terzi), Giudizio Universale, Chiesa di San Pancrazio (Gorlago, Bergamo) Fig.4
  • Niccolò Della Casa (da Michelangelo), Giudizio universale, 1543 - ante 1562, bulino Fig.5
  • Hendrick van Balen (Anversa 1575–1632), Giudizio Universale, Dorotheum Vienna, 30.04.2019 (https://www.dorotheum.com/it/l/6154392/)



INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:

Il dipinto viene venduto completo di una bellissima cornice antica ed è corredato di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.

Ci occupiamo ed organizziamo il trasporto delle opere acquistate, sia per l'Italia che per l'estero, attraverso vettori professionali ed assicurati.

Qualora abbiate il desiderio di vedere questa od altre opere di persona, saremo lieti di accogliervi nella nostra nuova galleria di Riva del Garda, in Viale Giuseppe Canella 18. Vi aspettiamo!

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