Castelbarco

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Fima - Federazione italiana mercanti d'arte

Paesaggio notturno con l'incendio di Troia

Giovanni Grevenbroeck (Paesi Bassi 1650 – Milano 1699)

Giovanni Grevenbroeck, detto il Solfarolo (Paesi Bassi, 1650 ca. – Milano, post 1699)

Notturno con rievocazione dell’episodio mitologico dell’incendio della città di Troia


Olio su tela

cm 50 x 65, in cornice cm. 69 x 85


L’opera è corredata da un approfondito studio critico del Dott. Fabrizio Dassie, autore della monografia 'I Grevenbroeck. Ediz. illustrata', F. Dassie, Cierre Grafica editore, 2020

D21-031 Venduto richiedi informazioni


Vi presentiamo un’opera di pregevole qualità, contraddistinta da un'impostazione scenica di grande impatto e di notevole effetto narrativo, dove l’ambientazione notturna che fa da contorno alle fiamme, ci regala un senso di drammaticità ma pregna di fascino. Tramite un sapiente utilizzo di sfumati effetti cromatici il profilo della città immersa nella notte è illuminato dal divampare delle fiamme che si liberano nel cielo e si riflettono nel corso d’acqua sulla sinistra.

In particolare, il soggetto attinge dalla mitologia, precisamente dal poema epico dell’Iliade, dove vi è raffigurato l’epilogo della decennale guerra di Troia, raffigurante un scorcio dell’incendio che distrusse la città, come si evince dalla sagoma del cavallo che emerge in secondo piano dinnanzi alla porta della rocca fortificata.

Vediamo gli interi edifici, riccamente definiti da architetture classiche, inghiottiti dal fuoco, da cui si propagano delle impotenti colonne di fumo che si alzano verso l'alto, ad oscurare quasi completamente il cielo e rivelare solo la luna in alto a sinistra.

Il dipinto si caratterizza, in particolare, per un tessuto narrativo che ritorna in svariate occasioni all’interno del corpus di Giovanni Grevenbroeck (Paesi Bassi, 1650 ca. – Milano, post 1699), capostipite della famiglia di pittori originari dei Paesi Bassi, al quale va pienamente assegnato.

Dopo un primo apprendistato nella terra natale, Giovanni giunge in Italia, precisamente a Roma, accostandosi a quella schiera di artisti fiamminghi, apprezzato dalle grandi famiglie nobili, quali i Colonna, nei cui inventari si nota la registrazione di vari esemplari pittorici a nome Grevenbroeck. Il soggiorno romano appare come una breve parentesi al percorso artistico, che si svolge in gran parte a Milano, dove acquisisce notorietà non solo nel genere delle marine, attraverso una produzione prolifica, ma anche come pittore di incendi.

La maestria di Giovanni e la predilezione nel dipingere paesaggi con roghi e incendi gli valse il soprannome di “Solfarolo”, proprio in virtù del suo peculiare colorito nel dipingere vedute di paesi che ardessero, con una particolare abilità nel sapervi immettere vibrazioni atmosferiche attraverso l’impiego di pigmenti giallognoli della stessa tonalità cristallina dello zolfo che si trova in natura.

La visione d’insieme di tipo realistico viene ribadita da un codice espressivo nel quale il dualismo luce-ombra anima l’intera composizione.

Il dipinto si caratterizza per un raffinato luminismo ed una brillante tavolozza: la densità della pennellata, attraversata da una moltitudine di fusioni di luce, fa emergere un modus operandi di adesione al dato naturalistico, sotteso a restituire con attenzione ogni frammento tratteggiato, dove le stereotipate rocche turrite, come le agili macchiette poste in prossimità della riva, o, ancora, sulle imbarcazioni e nei punti più estremi della scena costituiscono indizio di appartenenza stilistica.


L’opera è conservata in ottime condizioni.


Come ogni nostro oggetto, l’opera viene corredata di certificato di autenticità e scheda descrittiva.

Per qualsiasi informazione, non esitate a contattarci.

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