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La Maga Circe

Pittore bolognese del XVII secolo

Scuola bolognese del XVII secolo
Cerchia di Giovanni Francesco Barbieri, il Guercino (Cento 1591-1666 Bologna)

La Maga Circe


olio su tela
Dimensioni (cm): tela 74 x 61
incorniciato 90 x 78

D22-016 Venduto richiedi informazioni

Il dipinto proposto raffigura uno splendido ritratto femminile con le sembianze dell’affascinante maga Circe, resa nota grazie ad uno dei capitoli più celebri ed avventurosi dell'Odissea di Omero.

Donna bellissima, seducente e dagli straordinari poteri, viveva sull'isola di Eea, identificata da alcuni autori con Capo Circeo sulla costa occidentale d'Italia. Omero la chiama dea e descrive la sua dimora come un bellissimo palazzo che si ergeva nel mezzo di un fitto bosco, dove si aggiravano leoni e lupi che terrorizzavano i visitatori: 'Nella vallata trovarono le case di Circe costruite con pietre squadrate, in un luogo protetto: c'erano intorno lupi montani e leoni che ella aveva stregato, dandogli filtri maligni'. Nell'Odissea la maga trasforma in porci i compagni di Ulisse mandati a esplorare l'isola e l'eroe, dopo aver ottenuto la restituzione dei compagni a sembianze umane, vive amorosamente con Circe per un anno, per poi abbandonarla.

Immortalata con un turbante sul capo ed in mano la verga magica con cui attuava i suoi sortilegi: si tratta di un’opera di elevato fascino, sia per il soggetto immortalato che per la qualità pittorica, entrambi caratteri che ne denotano la vicinanza con la scuola bolognese del primo Seicento.

Viene qui raffigurata con un abito sontuoso, come quello indossato dalle ricche borghesi dell'epoca, con raffinati gioielli. Il volto della maga è intrigante, con lo sguardo fisso come a voler ammaliare anche lo stesso spettatore, la gestualità seduttiva, con una mano che si accarezza il volto.

Riguardo ai caratteri stilistici del dipinto, si evidenziano le qualità di un valente pittore di stampo bolognese attivo nel pieno XVII secolo, capace di saper fondere armoniosamente gli insegnamenti del classicismo di Guido Reni con quelli, preponderanti, del Guercino, a cui si ascrivono numerose tele con soggetto simile, indice di un particolare apprezzamento da parte della committenza dell’epoca.

Evidenti sono infatti le analogie con le tipologie di figure femminili ritratte dal Guercino e poi riprese spesso con varianti dalla sua prolifica bottega.

Un piacevole gioco di chiaro scuri ed un cromatismo vivace, la profonda seppur dolce espressione del volto che rivolge gli occhi allo spettatore, nonché l'intensità del suo sguardo, rendono questo dipinto un’opera di grande piacevolezza e di facile collocazione.

Il dipinto, esaltato da uno splendido craquelè, si presenta in condizioni di conservazione eccellenti.
Completo di cornice non coeva.
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