L'Ultima Cena
Bottega di Francesco De Mura (Napoli, 1696 – Napoli, 1782)
L’Ultima Cena
Bottega di Francesco De Mura (Napoli, 1696 – Napoli, 1782)
Attribuibile a Pietro Bardellino (Napoli, 1731 – Napoli, 1806)
olio su tela
Dimensioni: cm. 75 x 102
con cornice cm. 94 x 121


Configurabile come pregevole opera di scuola napoletana nella seconda metà del Settecento, il dipinto proposto, che raffigura l’episodio dell’Ultima Cena (Vangelo di Giovanni 13:21), è attribuibile alla mano di Pietro Bardellino (Napoli, 1731 – 1806), uno dei più talentosi allievi, nonché stretto collaboratore, di Francesco De Mura.
Dal punto di vista attributivo, le sue prime opere risentono incredibilmente dell'influenza del maestro, tanto da avere spesso resa faticosa alla critica una distinzione tra le realizzazioni dell’uno e dell’altro. Attivo nelle principali residenze reali di Ferdinando IV di Borbone ed attento alle tendenze dell'arte europea di gran moda alla corte di Maria Carolina di Sassonia, moglie di Ferdinando IV, Bardellino schiarisce e rende ancora più pittoriche le composizioni del suo maestro, esplicando un elegante gusto rococò in chiave meridionale, che vediamo perfettamente riflesso nella nostra tela.
Entrando nel dettaglio, il dipinto è una derivazione di un modello ideato e replicato più volte dal De Mura, e che il Bardellino ebbe modo di studiare direttamente: una versione è quella della chiesa dell’Annunziata di Capua del 1750, un’altra quella per la cattedrale di Monopoli del 1755 (*).
Grazie al suggestivo tema trattato, ma anche all'estrema attenzione che l’autore ha voluto concedere alla resa della concitazione del momento, l’opera è carica di fascino ed estremamente interessante.
La sua impostazione scenica è ricchissima, con il Cristo, fulcro della composizione, circondato dagli apostoli e colto nell’atto di benedire il pane e l’Agnello, evidente rappresentazione simbolica dell’Agnus Dei, prefigurazione simbolica del Cristo e del suo imminente sacrificio per la redenzione dei peccati dell’umanità.
Tra i discepoli alcuni osservano meravigliati la scena, altri continuano ad interrogarsi su chi sia il traditore, mentre un efebico Giovanni contempla estasiato il suo Maestro.
Sullo sfondo si condensa una fitta coltre di nubi da cui emergono due putti alati, in rimando numerico alle due nature di Cristo (umana e divina), mentre la lampada a sette fiammelle che pende sul capo del Nazareno è una chiara allegoria alla presenza dello Spirito Santo nel Cenacolo.
Di grande fascino, infine, l’ambientazione che fa da teatro alla scena: si tratta dell’interno di un sontuoso palazzo dalle alte colonne.
Opera in eccellenti condizioni di conservazione.
Il dipinto è venduto assieme ad una piacevole cornice.
* ULTIMA CENA, olio su tela di Francesco De Mura (1696 – 1782) eseguito nel 1755

Il dipinto è venduto assieme ad una piacevole cornice.
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* ULTIMA CENA, olio su tela di Francesco De Mura (1696 – 1782) eseguito nel 1755
