Francesco Maffei (Vicenza, 1605 circa – Padova, 1660)
L'Annunciazione
Francesco Maffei
(Vicenza, 1605 circa – Padova, 1660)
L'Annunciazione
Olio su tela
cm. 118 x 97 cm.
con cornice antica 139 x 116 cm.
L’opera è corredata da studio critico redatto dal prof. Emilio Negro (Bologna)
La superba annunciazione proposta è un’opera di pregio dotata di un’efficace e coinvolgente intensità devozionale che, anche grazie alle grandi dimensioni, è in grado di coinvolgere ed affascinare lo spettatore.
Si presenta con uno schema iconografico piuttosto consolidato, con l’Arcangelo Gabriele sulla destra, di una bellezza eterea, che appare con aria imperioso mentre porge alla Vergine Maria il supremo annuncio; sospeso in volo, con una mano regge i gigli bianchi, simbolo di purezza e castità, mentre l’altra indica la colomba irradiata di luce, emblema dello Spirito Santo, circondato da piccole figure angeliche tra le nuvole cariche di intensi bagliori e di giochi di luce, in pieno stile barocco.
L’opera si ascrive perfettamente alla corrente pittorica veneta del Seicento, periodo artistico straordinariamente felice che, specialmente sulla scia delle illustri artisti del secolo precedente, vide succedersi una schiera di personalità artistiche di primo piano.
Entrando nel dettaglio dei caratteri stilistici e compositivi, si stratta di una magnifica opera del pittore Francesco Maffei (Vicenza, 1605 circa – Padova, 1660), nome di primo piano del panorama artistico veneto, la cui prima formazione pittorica avvenne nella scuola vicentina di Alessandro Maganza, per poi trasferirsi a Venezia; la sua impronta pittorica si completa con lo studio dei grandi pittori della tradizione rinascimentale veneta del XVI secolo, come Jacopo Bassano, Tintoretto e Paolo Veronese.
Grazie alla lezione di tali autori, Maffei saprà evolvere la proprio arte con un linguaggio pienamente barocco, in cui la sua personalissima interpretazione formale e cromatica, estrosa e fantastica, seppe anche attingere dalla conoscenza delle opere degli artisti forestieri conosciuti a Venezia durante il soggiorno lagunare intorno al 1638-40.
Tra i nomi più influenti possiamo menzionare Domenico Fetti e di Jan Liss, ma di notevole importanza per la sua formazione furono soprattutto gli esempi di Bernardo Strozzi. Allo stile del maestro genovese rimandano le tipologie dei volti e la loro espressività, il modo in cui descrive le bocche e il taglio degli occhi. Anche le scelte cromatiche, di derivazione veronesiana, e i forti contrasti luministici dimostrano il contatto con questi pittori, soprattutto nei contrasti generati dall’accostamento tra tinte calde e fredde.
Merita menzione, infine, la scelta compositiva costruita su una struttura piramidale generata dalla posizione dei corpi dei protagonisti e animata da una gestualità eloquente, favorendo una narrazione di forte impatto teatrale, tipica del repertorio del pittore. Di grande espressività il dettaglio del leggio della vergine, realizzato con un particolare intaglio che vede due figure femminili alate a seno scoperto, così come la maestria con cui sono stati resi i panneggi delle vesti, soprattutto dell’angelo.
Buone condizioni di conservazione.
Il dipinto è venduto assieme ad una piacevole cornice antica non coeva sulla quale sono presenti lievi mancanze dettate dall'epoca.
INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:
L’opera viene venduta corredata di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.
Ci occupiamo ed organizziamo il trasporto delle opere acquistate, sia per l'Italia che per l'estero, attraverso vettori professionali ed assicurati.
È anche possibile vedere il dipinto nella galleria di Riva del Garda, saremo lieti di accogliervi per mostrarvi la nostra raccolta di opere.
Contattateci, senza impegno, per qualsiasi informazione aggiuntiva.
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