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Allegoria della Fortuna

Guido Reni (Bologna, 1575 - 1642) cerchia di

Guido Reni (Bologna, 1575 - 1642)
Cerchia di

Allegoria della Fortuna


Olio su tela
cm. 43 x 33
in cornice antica cm. 67 x 57

D22-105 Venduto richiedi informazioni

La bella composizione allegorica che vi mostriamo ritrae un’avvenente giovane donna nuda, una dea o una ninfa, che fluttua leggiadra nel cielo dominando dall’alto il globo celeste, affiancata da un piccolo putto alato.

Tale figura femminile, che rappresenta una personificazione della Fortuna, il cui corpo perfetto è avvolto soltanto da un drappo rosa fluttuante, tiene nella mano sinistra una fronda di palma e uno scettro, simboli del potere, mentre con la destra sparge sul Mondo i suoi generosi doni.

L’amorino in volo, che simboleggia invece la casualità, cerca di trattenerla per i lunghi capelli sciolti, impedendole così di volare altrove.

L’iconografia è tratta da un’invenzione di Guido Reni, risalente al 1623, anno del primo prototipo per un’opera destinata alla raccolta del bolognese Giovanni Carlo Gavotti. Siamo nel pieno della maturità artistica di questo grande maestro bolognese vissuto a cavallo fra XVI e XVII secolo e fra i massimi esponenti del Barocco italiano.

Si tratta di una composizione estremamente ricercata, destinata ad un pubblico colto, che Reni concepì rifacendosi probabilmente ad un iconografia della tradizione medievale dove la Fortuna è rappresentata su una ruota, allusiva al carattere mutevole e perenne delle sue azioni, alternando favori ad avversità, ma sta a significare anche il mondo, sopra il quale la Fortuna esercita il suo potere. Era inoltre sempre nuda, senza vesti che potessero associarla ad uno stato di ricchezza o povertà, poiché come è noto non favorisce in base alla scala sociale.

Questo seducente soggetto, divenuto uno dei più iconici della sua produzione, divenne così popolare per il suo carattere benaugurante da indurre il Reni a replicarla più volte e ad oggi si conoscono tre versioni riconducibili alla sua mano: una conservata ai Musei Vaticani (a cui si ispira il nostro dipinto: https://catalogo.museivaticani.va/index.php/Detail/objects/MV.40653.0.0), un’altra all’Accademia di San Luca a Roma con qualche minima variante (la Fortuna anziché recare una borsa da cui escono perle e monete, stringe una corona) e infine un’ultima ora in collezione privata (Dorotheum, Vienna, 23.10.2018 lotto 36).

L’immagine venne sfruttata anche dai numerosi allievi e collaboratori che frequentavano la sua scuola, tra questi Giovanni Andrea Sirani, la figlia Elisabetta Sirani, Giovanni Francesco Gessi, fra i più vicini al maestro.

Dal punto di vista stilistico siamo di fronte ad una composizione in cui le fattezze sinuose della giovane protagonista rimandano alla migliore cultura figurativa italiana del XVII secolo. L’opera presenta tonalità molto simile da quelle utilizzate dal Reni, tendenti a una tavolozza brillante ma pacata, con un disegno di base di eccellente qualità che rivela una realizzazione più tarda, ascrivibile alla seconda metà del Seicento, e legata ad un autore della cerchia .

Le condizioni di conservazione dell’opera appaiono eccellenti, con qualche vecchio restauro. Anche la cornice che impreziosisce il bel dipinto è antica e presenta pertanto delle piccole mancanze e difetti, consoni all’epoca.

E' nostro dovere avvisare che, data la delicatezza di alcune particolari cornici antiche, c'è la possibilità che durante il trasporto possano verificarsi delle piccole lesioni della doratura, nonostante gli imballi siano eseguiti con la massima cura.

Come ogni nostro oggetto, l'opera viene corredata di certificato di garanzia ed autenticità e scheda descrittiva.


Contattateci, senza impegno, per qualsiasi informazione aggiuntiva.

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* Guido Reni, La Fortuna trattenuta da Amore
(olio su tela, cm 77,5 x 59), 1623
Pinacoteca Vaticana (Roma)

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