Castelbarco

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Adorazione dei pastori

Gaspar de Crayer (Anversa 1582 – Gand 1662) atelier di

Atelier di Gaspar de Crayer (Anversa 1582 - Gand 1662)

Natività con Adorazione dei pastori


Circa 1630
cm. 141 x 172

Stemma araldico nobiliare in basso a sinistra (da studiare)
D1155 Venduto richiedi informazioni

Questa spettacolare Adorazione dei Pastori è un’opera che, nonostante le grandi dimensioni riesce a trasmettere un senso di profonda intimità, capace di unire la rappresentazione del gesto devozionale per eccellenza ad un’intensa umanità che traspare dall’insieme dei personaggi, espressione di un concreto e tangibile mondo rurale. Un’umanità profonda che porta la propria semplice quotidianità (emblematico in tal senso è ad esempio il cane, simbolo di fedeltà, in basso a destra) al cospetto del Divino.

I pastori sono come di consueto al cospetto della Sacra Famiglia, ma a mostrare loro il piccolo non è però la Madre, ma una delle due figure di angeli alati. Quest’ultimo, distinto da una bellezza quasi eterea, rivolge uno sguardo carico di dolcezza all’unica donna tra i pastori, arricchendo di fascino l’atmosfera resa già suggestiva dal sapiente uso della luce che irradia la scena.
Di fatto, il carattere più evidente dell’opera è la capacità di trasformare lo schema della Natività in una riunione confidenziale che accomuna sullo stesso terreno e distribuisce la stessa indole ai personaggi divini e umani.

L'equilibrio che contraddistingue la nostra opera è anche il risultato di una perfetta simmetria tra i personaggi e la gamma di colori sottili, distribuiti con una studiata calibrazione. La preziosità e l'eleganza dei personaggi è enfatizzata da un tripudio di panneggi animati da giochi chiaroscurali che conferiscono volume e movimento alle figure.

Non si può non cogliere l’intensa caratterizzazione fisionomica dei personaggi, della coppia di pastori in primo piano e dell’angelo in particolare, elemento che ipotizzerebbe a rintracciarvi i ritratti dei committenti del dipinto.

Da un punto di vista attributivo, la tipologia dei volti, alcuni di intensa bellezza, e dei dettagli con cui le figure sono state tracciate, estremamente godibile negli effetti cromatici e di luce, mostrano evidenti richiami alla scuola nordica, indiscutibilmente fiamminga. Uno studio più approfondito potrebbe condurci ad affinare il campo attributivo, che noi colleghiamo alla stretta cerchia del fiammingo Gaspar de Crayer (Anversa, 1582 – Gand, 1662), con cui
la composizione in esame mostra molteplici affinità.

Si confrontino alcuni dettagli con la magnifica Adorazione dei pastori del Rijksmuseum di Amsterdam (foto 1)  oppure con l'Adorazione dei Magi della  Chiesa di Saint Martin di Courtai, in Belgio (foto 2).

Nato ad Anversa, visse a Bruxelles e a Gand, collaborando, a partire dal 1610, all'atelier di Rubens, che dopo la morte del collega portò a termine alcune delle opere commissionate al maestro. La sua lunga carriera durò sessant'anni: non è un caso che Crayer fu uno dei pittori più produttivi della tarda scuola fiamminga. I suoi dipinti si trovano in gran numero nelle chiese e nei musei di Bruxelles e Gand. Tuttavia egli fu noto anche al di fuori del paese natale. La Francia, per esempio, è molto ricca di opere di Crayer, sequestrate nelle chiese belghe durante la Rivoluzione.
Nelle sue opere, oltre al modello di Rubens, è evidente l'influenza veneziana di Tiziano e del Veronese. Ma anche quella della scuola di Bologna e una punta di caravaggismo.

Lo stemma araldico, che campeggia ben evidente in basso a sinistra, fa presumere che l'opera abbia avuto una committenza privata, omaggio forse al casato nobiliare o alla confraternita del committente.

La tela si trova in ottimo stato di conservazione.

Opera corredata di expertise di autenticità.
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