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Sebastiano Conca (Gaeta, 1680 - Napoli, 1764) cerchia di

L’Adorazione dei pastori

Sebastiano Conca
(Gaeta, 1680 - Napoli, 1764)
cerchia di

L’Adorazione dei pastori

olio su tela ovale
(cm): 122 x 99
entro cornice
D1212 €6.600 richiedi informazioni

Il piacevole dipinto proposto, eseguito ad olio su tela di formato ovale, è una delle riedizioni di un quadro di Sebastiano Conca eseguito intorno al 1710 per il cardinale Pietro Ottoboni (oggi custodito al Paul Getty Museum di Los Angeles), che tanto successo ebbe nei primi anni del Settecento (vedi dettagli).
Collegamento all'opera del museo: http://www.getty.edu/art/collection/objects/671/sebastiano-conca-the-adoration-of-the-shepherds-ital...

L'opera, che raffigura l'Adorazione dei pastori, colpisce, oltre che per le grandi dimensioni per il forte senso scenografico della sua suggestiva ambientazione notturna. L'insieme è spettacolare con un gradevole effetto di luci che si sprigionano dal Bambino, fulcro compositivo, e gradualmente sfumano man mano che raggiungono i personaggi più lontani.

Alcuni dipinti con il medesimo soggetto o con piccole varianti sono stati presentati in aste internazionali con stime considerevoli.

Per composizione e costruzione si ispira ad un dipinto napoletano di Guido Reni (conservato alla Certosa di S. Martino) di certo studiato dal Conca nel corso della sua prima formazione avvenuta a Napoli nella bottega di Francesco Solimena.

In seguitò fondò una bottega a Roma, dove il suo stile pittorico si sviluppò in direzione di un tardobarocco neoclassico.

Caratteristiche tardo barocche del dipinto sono l'effetto illusionistico della prospettiva e soprattutto la rappresentazione scenografica e teatrale del tema. Tuttavia l'uso magistrale del chiaroscuro con l'alta espressività dei soggetti sono elementi propri del neoclassicismo.

Le ragioni del suo clamoroso successo si possono riconoscere nelle grandi capacità del pittore di prodursi quale eclettico mediatore delle diverse componenti maturate nel corso del XVII° secolo: quella scenografia, magniloquente e grandiosa, d'eredità giordanesca, appresa negli anni di alunnato e collaborazione col Solimena, e quella più misuratamente composta del classicismo riformatore del Maratta, cui poté accedere più direttamente quando si trasferì a Roma.

L'abilità del Conca fu dunque di sapersi misurare tanto con la tradizione quanto con le caute novità del momento, dosando e potenziando di volta in volta le diverse e molteplici componenti del linguaggio tardobarocco.

STATO DI CONSERVAZIONE
La tela, in buono stato di conservazione,
è accompagnata da una cornice laccata color avorio.

L'opera viene venduta corredata di certificato di autenticità fotografico a norma di legge.
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