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Margherita Caffi (Cremona 1647 – Milano 1710) - firmato

Natura morta con vaso di fiori

Margherita Caffi
(Cremona, 1647 – Milano, 1710)
(firmato in basso a destra)

Natura morta con vaso di fiori

olio su tela
72 x 57 cm
con cornice 85 x 69 cm

Provenienza: Mercato antiquario, Zurigo
D1125 Venduto richiedi informazioni


L’elegante tela che vi proponiamo, raro gioiello firmato dell’artista milanese Margherita Caffi, mostra un’ampia campionatura dei fiori da lei prediletti custoditi all'interno di un vaso di maiolica decorato.
La peculiarità dell'opera risiede nella firma, apposta in basso a destra "Marg. Caf. F(ecit)".

La materia, animata da una vivida luce, acquisisce una morbidezza particolare, delicata e virtuosistica nella definizione dei riflessi del vaso e nelle trasparenze dei petali. La pittura, che si raggruma e rende vibrante la superficie, è libera nella stesura, grazie a pennellate briose e a raffinate sperimentazioni cromatiche basate sull'utilizzo di lacche e di vividi e sapienti effetti di luce. Il tutto racchiuso in una composizione precocemente rococò, dall'impianto di sontuoso effetto decorativo.

Le composizione, come nella migliore tradizione caravaggesca, viene illuminata da una forte luce proveniente dalla sinistra, artefici che dona alla composizione un'importanza e un'eleganza notevole.

Tipica della fortunata produzione della Caffi, la tela qui proposta si confronta agevolmente col corpus riunito nel volume di Ulisse e Gianluca Bocchi (Naturaliter. Nuovi contributi alla natura morta in Italia settentrionale e Toscana tra XVII e XVIII secolo, Casalmaggiore 1998, pp. 78-101). Agevoli confronti si possono fare con alcune tele apparse sul mercato internazionale, tra queste ad esempio la Natura morta di fiori, non firmata, venduta da Sotheby’s (Milano, 19 ottobre 2010), di cui le somiglianze sono notevoli.
http://www.sothebys.com/it/auctions/ecatalogue/2010/important-old-master-paintings-chinese-works-of-...



Nata a Cremona nel 1647, Margherita Caffi svolse comunque prevalentemente la sua attività in Lombardia, affinando la propria formazione nella bottega di Vincenzo Volò, dove ebbe il suo apprendistato anche Giuseppe Vicenzino.

Fu attiva in Toscana, dove lavorò e visse intorno agli anni Ottanta del Seicento sotto il patronato mediceo - prediletta da Vittoria Della Rovere, moglie di Ferdinando II (come testimoniano i suoi quadri conservati agli Uffizi e alla Galleria Palatina e la presenza di sue opere negli antichi inventari della villa di Poggio a Caiano e della Galleria di palazzo Pitti).

Tra i suoi committenti vi furono anche gli arciduchi del Tirolo ed i re di Spagna. Dimorò pertanto a lungo anche in Austria e Spagna, lasciando tracce della sua presenza negli antichi inventari del Palazzo Reale di Madrid e sue opere alla Real Academia de San Fernando e alla Fundaciòn Santamarca di Madrid.

Gli ultimi anni della sua vita li trascorse a Milano, dove diede vita ad una fiorente scuola locale di pittori di nature morte, protagonista insieme al collega e amico milanese Vicenzino dello sviluppo della natura morta barocca in Lombardia, rinnovandone il repertorio figurativo e appagando il gusto dei collezionisti milanesi tardo seicenteschi.

Di bellissima qualità e smagliante nella conservazione, la tela costituisce uno esempio della produzione della Caffi verso la fine del secolo: una datazione suggerita dalla materia spessa e quasi sfrangiata che, in assenza di contorni definiti, suggerisce, più che descriverli, i petali variegati.
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