Madonna con il bambino dormiente

Olio su tela

84 x 66 cm

In cornice (del XIX secolo) 112 x 95 cm.

Il dipinto qui presentato, eseguito nella seconda metà del XVII secolo con una buona qualità d'esecuzione e una raffinata stesura, raffigura la Madonna in adorazione mentre tiene dolcemente il lenzuolo su cui è adagiato il Bambino addormentato, con un gesto di protezione ed orgoglio, che agevola un'atmosfera di intimo raccoglimento.

Il prototipo compositivo fu ideato dal grande caposcuola bolognese Guido Reni (1575 - 1642), come testimonia una stampa realizzata da Francois de Poilly (Parigi 1623–1693) (https://www.metmuseum.org/art/collection/search/667926). Come molte delle creazioni del Reni, venne poi ripresa e reso popolare dalle versioni successive eseguite dai suoi allievi e seguaci, come ad esempio la ‘Madonna con bambino’ attribuita a Francesco Gessi (Bologne, 1588 - 1649) ed oggi al Louvre (https://collections.louvre.fr/ark:/53355/cl010061140).

Tale soggetto, sebbene con alcune varianti - spesso della posa del bambino addormentato, rivolto verso l'alto come in questa versione, piuttosto che reclinato di lato o della posizione della Vergine, con le mani giunte in preghiera - riscosse un successo tale da divenire il modello prediletto per innumerevoli opere destinate alla devozione privata nel corso del Seicento.

Uno dei maggiori promulgatori delle immagini renane fu senza dubbio Giovan Battista Salvi detto "il Sassoferrato" (1609 - 1685) che, nella sua florida bottega, ne riprese si i soggetti ma rielaborandoli con un proprio stile, ben identificabile, contraddistinto da una spiccata eleganza, dolcezza e perfezione formale, in particolare dei visi, riuscendo ad ottenere un effetto di incredibile intensità.

Marchigiano di nascita, il Salvi sviluppò la sua attività a Roma, seguendo i dettami della pittura sacra classicista della scuola bolognese di Reni, Carracci e Domenichino, ma riuscendo ad avere uno stile autonomo e per questo ben distinguibile. Le Madonne uscite dalla sua bottega, col pallore del volto e il colore acceso del manto, la dolcezza degli sguardi e la grazia dei lineamenti, forniranno, due secoli dopo, ispirazione ai preraffaelliti e a numerosi altri artisti dell’Ottocento.

La nostra tela è in buono stato di conservazione, sebbene presenti dei vecchi ritocchi e delle piccole mancanze pittoriche, come ben si può evincere dalle fotografie pubblicate, che però non ne pregiudicano la bellezza. Opera completa da una piacevole cornice in legno del XIX secolo.